
4 Maggio 2022
Modest Fashion è un termine ormai di quotidiana routine.
È un termine entrato nel linguaggio comune poco più di un decennio fa e rappresenta un mercato in crescita rapidissima, che continua ad attirare su di sé l’attenzione dell’intero sistema moda.
La Modest Fashion fa riferimento ad un determinato tipo di abbigliamento ispirato alle culture orientali ed arabe, che ha come principio cardine il coprire quelle parti del corpo considerate sacre dal Corano e dal credo religioso, secondo i dettami della Shariʿah, la legge islamica.
Le origini della Modest Fashion derivano soprattutto dall’impegno di alcune fashion blogger musulmane che, lavorando in diversi Paesi europei, con i loro consigli hanno dimostrato come questo look sia originale, moderno e femminile per chiunque.
Grazie a loro è nato questo filone ideato per coloro che amano vestirsi alla moda, ma nel pieno rispetto delle norme coraniche e del principio appena richiamato, mixato a pudore e modestia che vanno quindi mantenuti nel comportamento come nell’abbigliamento.
La voglia delle donne islamiche di vedersi considerate da designer e brand occidentali di fama mondiale (e da riviste patinate dedicate alle loro esigenze) è unanime e gridata a gran voce. E i brand occidentali hanno risposto a questa richiesta. Ma non è solo questione di sensibilità e apertura sociale. La moda è fenomeno di costume ma soprattutto specchio dei tempi e questione di business. E i suoi protagonisti non hanno fatto altro che fare due conti.
Un giro d’affari enorme, che offre altrettanto enormi opportunità di profitto. Così, da territorio inesplorato, la modest fashion ha iniziato a rappresentare un terreno di conquista anche da parte dei brand occidentali. Diversi hanno lanciato capsule collection dedicate alle consumatrici islamiche, focalizzandosi soprattutto sulle Muslim Millennials (nate tra il 1980 e il 2000) appassionate di moda, con un’età media di 30 anni, colte, connesse, informatissime, convinte che fede e stile possano felicemente convivere. E con molti soldi da spendere.
Come detto, l’interesse per questo tipo di moda è notevolmente aumentato negli ultimi anni e le proiezioni sono più che ottime.
Da mercato di nicchia è diventato uno dei settori trainanti del comparto moda.
Si prevede, infatti, che entro il 2024 l’intero movimento della Modest Fashion dovrebbe raggiungere un valore di mercato globale che si aggirerà intorno ai 400 miliardi di dollari.
Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Arabia ed Indonesia i primi Paesi per capacità di spesa.
Non va però dimenticato che una bella fetta di Musulmani sono residenti in Italia e, di conseguenza, perché non strizzare l’occhio anche alla nostra Penisola sempre più multietnica?
Un settore che le Imprese italiane potrebbero sfruttare e dovrebbero, proprio alla luce di quel famoso “Made in Italy”.
Un brand sinonimo di qualità nei tessuti, una garanzia di qualità e sicurezza, uno stile che dura nel tempo con valori unici e non replicabili.
Nei primi dieci mesi del 2021, le vendite legate all’export del settore moda hanno mostrato segnali di ripresa, con un +16,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in tutti i comparti. Mentre nel 2020 il Paese era il terzo esportatore mondiale di moda.
L’Italia può diventare attore di rilievo a livello internazionale: un’opportunità, per le nostre aziende, per tornare a fare sistema, per tornare nel posto di diritto che spetta al nostro brand.
Una delle prime opportunità può essere rappresentato dai Paesi del Golfo Persico.
Sono stati sottoscritti alcuni accordi, infatti, riservati alle Aziende Italiane che possono inserirsi nel mercato di Doha (Qatar) grazie a spazi riservati all’interno di un Centro Commerciale, c’è la possibilità di far parte di una sfilata che stiamo organizzando
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