
23 Dicembre 2020
Quando si sente dire che il lockdown ha, in generale, causato una contrazione del mercato agroalimentare italiano, non è cosa del tutto vera.
Sicuramente la chiusura di attività, bar e ristoranti ha inevitabilmente portato ad una diminuzione del consumo interno di food & beverage, ma alcuni prodotti sono stati -e ancora rimangono- protagonisti.
In primo piano non solo nelle tavole degli italiani, ma anche e soprattutto al cospetto dei mercati esteri.
In primis si posizionano pane e semilavorati per panificazione, pizzeria e pasticceria, utilizzati per fare in casa alimenti artigianali, dall’alto apporto nutritivo, di certo genuini e di qualità.
Il tempo occupato e la gratificazione che ne deriva, hanno fatto si che si riscoprissero le più classiche delle tradizioni.
L’emergenza Covid 19 ha poi sviluppato il Mercato nuovo anche per creme dolci spalmabili e caffè che, causa la reclusione domestica, hanno fatto tornare la voglia di coccolarsi e riscoprire vecchie abitudini, alle quali poi ci si affeziona, continuando cosi a migliorare il trend delle vendite.
Polvere, grani, miscele, ma anche capsule e cialde, segmenti diversi che hanno determinato un interesse dinamico.
Così come i barattoli di creme presenti sugli scaffali sempre più affollati.
Nuovi prodotti e nuovi gusti: biologico, vegano, “free from”, hanno quadruplicato le vendite.
Ottimi anche gli acquisti di snack, piatti pronti, surgelati, pesce e gelati.
Velocità e comodità sono invece le parole d’ordine una volta tornati quasi alla normalità e routine.
Quello che non si può consumare fuori, presso bar, ristoranti, stabilimenti balneari, si consuma comunque a casa.
Ma come sarà l’export agroalimentare del 2021?
Sempre maggiori sono le richieste a livello internazionale per questo settore: dai piatti pronti monodose, alle birre artigianali, passando per vino, pasta, olio extravergine, panificati, snack e formaggi, tutti prodotti tipici del Made in Italy, non dimenticando frutta e verdura freschi.
Per il biennio 2021-2022 le prospettive sono dinamiche e positive, con un aumento previsto per le esportazioni italiane di circa il 14%.
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